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MONREALE - Complesso episcopale




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MONREALE - Complesso episcopale


Il complesso episcopale di Monreale ha un eccezionale valore in quanto, dopo più di 800 anni sussistono tutti gli elementi che lo componevano: la chiesa, il palazzo reale, l'episcopio e il monastero. Fu costruito in appena 10 anni, dal 1176 al 1186 grazie alla grandi abilità architettoniche arabe e all'ingente somma di denaro messa a disposizione dal re Guglielmo II. Questi volle contrapporre una nuova, meravigliosa diocesi a quella palermitana.

La Cattedrale funge da asse dell'intero insieme edilizio. A sud troviamo poi l'episcopio e il monastero, mentre a nord sorge il palazzo reale. In questo modo la massa della chiesa ben bilanciava quella turriforme del santuario e delle torri. Queste, furono lasciate volutamente grezze per far risaltare la bellezza della facciata della chiesa e del suo portone. Vi erano inoltre dei passaggi speciali che collegavano la reggia e l'episcopio con la chiesa.

Esternamente, la struttura è decorata con archi a sesto acuto, tipici elementi islamici, che sorgono soprattutto in corrispondenza delle absidi.

Il Monastero si divide in due parti principali: il dormitorio e, soprattutto, il chiostro. Questo è un grande atrio a pianta quadrata con una sequenza d'uguali arcate che stanno ad esprimere il concetto islamico di perfezione. E' presente anche un sabil, una fontana tipicamente araba posta vicino al refettorio dei monaci e che era usata per lavare la mani prima dei pasti. Vi sono anche degli elementi stilistici occidentali

Soprattutto nei capitelli di cui però non si conoscono le origini.

La chiesa è basilicale, a croce latina. Le navate sono separate da due file di nove colonne, tutte di granito ad eccezione della prima di destra che è di cipollino. Esse hanno diverse dimensioni, così come i capitelli raffiguranti Cerere e Proserpina tra foglie d'acanto. Il Santuario ha un ruolo preponderante nel complesso architettonico. Esso si origina intorno al coro, il quale è delimitato da grossi archi innestati sui pilastri e determina anche l'eccessiva larghezza della navata centrale. Il tetto era ligneo, alto e a cupola.

In questa chiesa si ha l'incontro di due civiltà artistiche diverse: quell'islamica, dal punto di vista architettonico, e quella bizantina, per quanto riguarda i mosaici. Questi sono raffigurazioni che andavano oltre la semplice immagine cristiana e volevano ben esprimere tutti gli ideali della chiesa di quel periodo e rappresenta tutte le figure secondo una ordinata gerarchia di posizione. Si è scoperto inoltre che sotto manto musivo (= dei mosaici) vi erano degli elementi decorativi islamici puramente architettonici, a testimonianza del fatto che la presenza dei mosaici non era prevista. L'intera abside è occupata da un grande mosaico, il principale, che rappresenta Cristo con una mano alzata, intento a benedire l'umanità, su uno sfondo splendente e dorato. Lungo le navate, invece, vi sono mosaici rappresentanti storie dell'Antico e Nuovo Testamento. Altre importanti opere d'arte sono l'altare di Luigi IV, re di Francia che fu qui provvisoriamente seppellito; tre sarcofagi contenenti i resti della moglie di re Guglielmo, e dei figli Enrico e Ruggero; le tombe di Guglielmo I e II; la stanza del tesoro, tipicamente barocca.

PALERMO - S. GIOVANNI DEGLI EREMITI


La chiesa apparteneva ad un monastero benedettino, a sua volta sorto sul fianco destro di un'antico edificio costruito intorno al X secolo, probabilmente una moschea viste le tracce di affreschi sacri che sono pervenute. Del complesso religioso la chiesa è l'elemento meglio conservato anche se tutti gli elementi sono stati profondamente modificati nel secolo scorso. La pianta a croce commissa nasce dall'accostamento di due grossi cubi nella navata e di tre più piccoli nel transetto.

La chiesa può essere considerato un tipico esempio d'architettura araba viste le forme stereometriche (= geometriche), l'uso di cupole emisferiche e d'archi rientranti. Esternamente la chiesa appare spoglia con una semplice struttura in piccoli conci di tufo accuratamente squadrati. Fanno eccezione le sole finestre dell'ultimo ordine del campanile, le quali sono fortemente sagomate. Il campanile, posto sul braccio destro del transetto, culmina in una piccola cupoletta. Anche l'interno è cupo e semplice. La navata principale è suddivisa trasversalmente da un robusto arco. Il transetto ha quattro absidi semicircolari della quali solo quella centrale va all'esterno della normale struttura del muro. La chiesa è coperta da cinque cupole poste in corrispondenza della campate (i cubi). I mosaici di questa chiesa, oggi per lo più perduti, raffiguravano motivi stellari.




PALERMO - PALAZZO REALE E CAPPELLA PALATINA


Quasi tutto ciò che rimane dell'antica Palermo islamica è oggi concentrato nel complesso architettonico del palazzo reale che fu per parecchi secoli sede di emiri e re. I soli corpi dell'età araba ancora esistenti sono le torri Pisana e Gioaria, la Cappella Palatina, le prigioni politiche e alcuni edifici poste vicino alla sala di Ercole. Vi era anche un sistema di stanze poste a labirinto, oggi nascosti sotto il pavimento. Agli inizi del '500 il palazzo era in rovina e per questo fu accuratamente restaurato e vi furono aggiunti altri edifici. La Cappella invece si era mantenuta piuttosto bene data che era stata usata di frequente per le celebrazioni.

Il gruppo delle due torri quadrangolari si articola in due piani.

Il piano inferiore della Gioaria è basso e massiccio, con una stanza centrale coperta da una volta a crociera poggiante su pilastri. Il piano superiore invece, ha al centro un cortile con quattro arcate, a formare la cosiddetta Sala dei venti, che da poi su una sala con funzione di sala belvedere. Le numerose decorazioni, anch'esse di origine araba, rappresentano figure animali o vegetali con una grande ricchezza di colori.

La Pisana invece ha una struttura più imponente, con al piano inferiore una stanza con doppie mura che serviva a custodire il tesoro reale. Al piano superiore invece, troviamo quella che era la principale dimora del re ossia una grande sala, alta più di 15 m e coperta da una volta a crociera decorata con mosaici raffiguranti per lo più scene di caccia. In una stanza secondaria vi è poi un muquarnas di elegante disegno.

Le Prigioni Politiche presentano all'interno una serie di stanze disposte a ventaglio, quasi tutte coperte da volte in muratura. All'esterno, all'originario prospetto in conci ne fu sostituito uno neogotico. Inoltre a nord del palazzo vi era un edificio termale, andato perduto.


La Cappella Palatina, inserita in una posizione baricentrica, era direttamente collegata con gli appartamenti della Gioaria e della Pisana in modo che il re quando non sedeva sul trono della cappella, potesse ugualmente assistere alle funzioni tramite una logetta posta sul lato sinistro. La chiesa fu fatta costruire dal re Ruggero II e fu portata a termine in appena 13 anni (1130-1143). I muri esterni sono in parte stati ricostruiti ma è comunque visibile il carattere stereometrico dell'edificio e la forma emisferica della cupola. Anticamente delle lisce arcate cieche decoravano le pareti esterne fatte di conci di tufo giallino. L'ingresso principale è preceduto da una breve loggia con archi acuti posti su alti piedritti.

All'interno la chiesa ha una pianta basilicale latina a tre navate che ben si fonde con quella centrale del santuario. Questo è sollevato da alcuni gradini ed la presenza di numerosi archi gli da solennità. Anche tra le navate sono presenti numerosi archi acuti sorretti da colonne di modesta altezza. La luce filtrava esclusivamente da finestrelle poste tra gli spazi liberi. Dei soffitti fatimiti coprono le tre navate della cappella. Questi sono a spioventi in quelle laterali, a muquarnas (stalattiti) in quella centrale. Tra i più frequenti motivi decorativi ricordiamo la stella ad otto punte, la conchiglia e altre figure tipicamente islamiche. Inoltre nelle arcate è possibile notare numerosissime decorazioni rappresentanti in particolar modo lotte di animali,alberi, mostri, uomini, scene di caccia o di divertimento. Tutti soggetti, quindi, facenti parte dell' arte profana islamica che ancora adesso sono importanti per il loro valore testimoniale. Le altre immagini riguardanti figure cristiane sono posteriori.

Numerosi mosaici occupano le parti alte delle pareti, le absidi, la cupola e le navate. Questi furono fatti da maestranze bizantine con l'aiuto di artisti locali e rappresentano figure tipicamente bizantine, a parte dei particolari che furono richiesti espressamente dai regi committenti per rendere pubblico il loro prestigio. Come in quasi tutte le chiese di questo periodo la decorazione musiva svolge la funzione didattica di richiamo alla fede con l'aggiunta di qualche messaggio tipicamente politico. Gran parte dei mosaici è andata perduta ma può comunque essere colta l'idea dell'artista. Vi si esprime l'idea della forza della chiesa cristiana, il potere imperiale di Dio (con una chiara allusione alle ambizioni di re Ruggero), e il gerarchico sistema politico-religioso in cui si basava la società del tempo. La decorazione della cupola, con la raffigurazione del Cristo benedicente con la mano destra alzata e circondato da quattro angeli e quattro arcangeli simbolizza il regno celeste, quella del santuario la chiesa terrena con gli apostoli e i santi; qui vi sono inoltre scene raffiguranti scene della vita di Cristo. Nelle pareti delle navatelle vi sono delle iscrizioni latine riguardanti la vita di San Pietro e San Paolo mentre sul tamburo ve ne è una di lode a re Ruggero. Altre importanti decorazioni della cappella sono il pavimento musicato e il candelabro per il cero pasquale. Quest'ultimo è stato definito da molti come un capolavoro dell'arte occidentale ma le sue origini restano tuttora sconosciute. Rappresenta quattro leoni che azzannano uomini e bestie e si sviluppa agilmente in altezza con figure umane in sfondo vegetale. Al centro vi è Cristo intento a benedire un uomo, posto ai suoi piedi, che si pensa essere lo stesso re Ruggero. Da ricordare inoltre è il ricco tesoro, conservato nella sacrestia, che comprende oggetti in argento e oro decorati e numerosi cofanetti di origini arabe e normanne.



PALERMO - LA ZISA


Il castello della Zisa fu fatto erigere dal re Guglielmo I ma fu completata sotto Guglielmo II. Gli fu dato l'appellativo di Al-Aziz ossia "splendido" che col tempo si modificò nel nome attuale. Era una dimora di riposo inserita in un giardino paradiso che i re Normanni si fecero costruire da architetti arabi come dimora estiva. Infatti i servizi esterni e il sistema di ventilazione interno assicuravano un temperatura fresca.

Gli appartamenti ai vari piani assicuravano la riservatezza della vita privata, mentre la stanza centrale detta "della fontana" era spesso usata per feste e banchetti. Successivamente fu usata come dimora agricola fortificata e fu perciò fortemente modificata.

Il palazzo è un parallelepipedo che esternamente può essere diviso in tre ordini verticali. Il vestibolo è aperto da tre fornici (= aperture di archi monumentali) nel prospetto principale e da due in quelli laterali. Nei piani superiori, all'interno delle arcate cieche vi sono delle finestre bifore. Dal vestibolo si accede alla sala della fontana attraverso un'arcata nella quale vi è un'iscrizione che loda il re Guglielmo II e la Zisa stessa.

La sala della fontana è una grande stanza a forma di croce (iwan) con proporzioni perfette e rigorosi rapporti di simmetria tra tutte le sue parti I bracci s'aggregano attorno allo spazio centrale, coperto da volte a crociera, mediante muquarnas. Nella nicchia di fondo vi è una fontana nella quale l'acqua scivola su una lastra inclinata i cui solchi a zig-zag ne provocano il luccichio. Quest'acqua sgorga ai piedi di un'aquila, simbolo di potere e prestigio, e finisce poi in una cabaletta.

Nei lati si aprono delle finestrelle e dei fori che servivano sia a far salire aria fresca dalla sala agli appartamenti, sia a permettere alle donne di assistere alle feste anche dalle loro stanze. I sei appartamenti laterali, tre per ciascun lato sono collegati tra loro verticalmente mediante due scale, e orizzontalmente mediante due anditi (= corridoi).

I due piani dell'edificio sono separati mediante una soletta spessa più di un metro e contenente delle anfore piene, tappate e circondate da sabbia.

I due appartamenti dell'atrio alto, posti in corrispondenza della sala della fontana e del vestibolo, hanno al centro un atrio scoperto, le cui arcate erano sorrette da quattro colonne, e sulla quale nel lato orientale sorge la rettangolare sala belvedere. All'esterno del palazzo vi erano i servizi. Esiste ancora oggi la cappella rettangolare ad unica navata coperta da volta a crociera e con il santuario chiuso da una cupoletta emisferica che poggia su muquarnas.


PALERMO - S. GIOVANNI DEI LEBBROSI


Secondo alcuni questa chiesa é stata edificata nel 1071, e rappresenta la prima costruzione della Palermo normanna. Secondo molti altri invece, risale al periodo di re Ruggero II (XII secolo). Il nome lo prese da un ospedale per la cura dei lebbrosi che venne costruito proprio accanto alla chiesa. L'edificio che ci appare oggi è molto diverso da quello esistente un tempo dato che due opere di restauro, una condotta in età barocca, l'altra nel 1925 da F. Valenti, l' hanno profondamente modificata. In particolar modo nel 1925 venne inserito il campanile che all'origine non esisteva.

La chiesa è preceduta da un portichetto. All'interno ha una pianta a tre navate con transetto triabsidato. I pilastri massicci che conferiscono forza alle strutture, gli archi a sesto acuto e il soffitto ligneo mettono in luce il carattere arabo della chiesa.

Il presbiterio è rialzato di tre gradini e coperto nella parte centrale da una cupola poggiata su otto archi ribassati. Sono presenti finestrelle e nicchie alternativamente.


PALERMO - PONTE DELL'AMMIRAGLIO


E' un ponticello posto dove anticamente scorreva il fiume Oreto. Viene detto dell'ammiraglio poiché venne fatto costruire da un ammiraglio di re Ruggero.

La solidità e funzionalità di questo ponte sono frutto della grande esperienza ingegneristica araba. Le due rampe con pendenza opposta convergono sull'asse dell'arcata centrale. A sua volta ogni rampa comprende tre arcate acute, intervallate da due minori, più quella centrale. Tutte hanno doppia ghiera liscia. Da ricordare inoltre che lungo questo ponte venne affrontata una dura battaglia tra le truppe garibaldine e quelle borboniche.


PALERMO - LA CUBA


Il padiglione regio, posto a breve distanza dal palazzo reale era in origine dentro il giardino reale.Fu fatto costruire da re Guglielmo II, come svela un'iscrizione in versi posta sulla cornice d'attico. Era un padiglione che spesso i re normanni usavano per il soggiorno diurno. Gli autori di quest'opera furono sicuramente degli architetti islamici. Ha una struttura molto stereometrica, a parallelepipedo, fatta di conci di tufo. Sempre all'esterno, vi sono delle finestrelle cieche e delle nicchie poste su arcate acute e cieche a doppia ghiera. All'interno edificio si svolge attorno ad un atrio centrale che è scoperto e delimitato da quattro arcate poste su esili colonne. Sui due lati delle corsie, in corrispondenza delle torrette esterne, vi sono due nicchie dove anticamente giacevano due fontane. Una di esse, tuttora esistente, mostra dei caratteri decorativi tipici dell'età tardo normanna, più arricchiti rispetto alla fontana della Zisa. Nel lato orientale dell'atrio si aprono degli ingressi a tre stanza, delle quali uno è un iwan ricca di arredi decorativi. Dal lato opposto invece si accede ad una stanza rettangolare che fungeva da vestibolo. Tutti gli ambienti, a eccezione dell'atrio, erano coperti da volte in muratura.

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