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L'ANTROPOLOGIA PSICOANALITICA E LO STUDIO DELLA CULTURA
Col termine "antropologia psicoanalitica" intendiamo ogni tentativo di applicazione delle teorie psicoanalitiche fenomeni della sfera culturale e del comportamento sociale, anche in contesti extraeuropei . La psicologia fu sempre una costante dell'indagine antropologica. Una ipotesi sull' origine e lo sviluppo della cultura venne proposta da Sigmund Freud in "Totem e tabù". Totem e tabù era un tentativo di risposta a 2 domande molto pressanti fra gli antropologi del tempo: che cos'è il totemismo? E che relazione c è tra il totemismo ed esogamia? Freud si accostò allo studio dei selvaggi attraverso la prospettiva evoluzionista .
Le sue considerazioni sul totemismo e l'esogamia possono essere così riassunte : nell'orda primitiva,un'immagine tratta da Darwin ,il potere detiene il controllo delle femmine ,madri dei suoi figli . Lo scenario è dunque quello di una famiglia all'interno della quale si sviluppò il conflitto fra padre e figli ,questi ultimi, per potersi accoppiare con le femmine del gruppo ,lo uccidono e lo divorano.
Dunque Freud ,all'immagine di una società primitiva dedita al cannibalis affianca quello di una famiglia nucleare di natura poligamica .Tale natura poligamica mai si accordava con la tesi evoluzionista della promiscuità originaria. La promiscuità originaria non poteva costituire il ponte di partenza di quella condizione edipica che sta alla base della sua teoria psicoanalitica . Freud infatti attribuisce all'origine dell'uomo in quanto essere culturale, quel complesso di Edipo consistente nel desiderio di sopprimere il padre per potersi congiungere con la madre, che egli ritiene a fondamento della dinamica psichica.
Dopo aver affrontato nella prima parte il tema dell'orrore dell'incesto, Freud affronta nella seconda parte il tema dell' orrore dell'incesto , Freud affronta nella seconda parte il tema dell'ambivalenza emotiva collegata al tabù .
Il tabù è un adattamento della parola polinesiana "tapu" che potremmo tradurre come "proibito" ,"pericoloso". La stessa ragione con cui i nevrotici e i selvaggi osservano i tabù autoimposti e socialmente imposti viene interpretato da Freud come il risultato di ciò che egli chiamò "ambivalenza" .
La nevrosi consiste in una proibizione introiettata dall'individuo nell'infanzia.
La proibizione può rimuovere ,cioè inibire,una pulsione ma non eliminarla,quest'ultima ancorata all'inconscio continua ad essere attiva. Nasce così ciò che Freud chiama "fissazione psichica",della quale può scaturire una nevrosi. In maniera analoga al nevrotico, il selvaggio osserva dei tabù nei confronti di cose che in realtà vorrebbe possedere ,azioni che in realtà vorrebbe eseguire,persone ecc. Il comportamento di questi individui è caratterizzato da un' ambivalenza nei confronti dei tabù. Per rafforzare le proprie ipotesi Freud recupera dalla letteratura antropologica e soprattutto da Frazer una serie di esempi. Per quanto riguarda l'atteggiamento nei confronti dei nemici uccisi Freud nota come,mentre l'assassino è considerato tabù fino a quando ,dopo un certo periodo di tempo, viene sottoposto a delle cerimonie purificatrici che lo reinseriscono nella società.
Tale comportamento mostra l'ambivalenza nei confronti del defunto. Per quanto riguarda i sovrani Freud mostra come essi sono fatti oggetto di venerazione e tabù proprio perché investiti da una sorta di ostilità inconscia che si manifesta quando gli eventi non sono favorevoli alla comunità. Infine, per quanto riguarda il tabù nei confronti degli individui che hanno avuto un contatto con un defunto ,Freud rifiuta l'ipotesi che ciò dipenda dalla paura del morto. Freud fa risalire tale tabù al contrasto fra la pena cosciente e la soddisfazione inconscia per la morte avvenuta. Il conflitto edipico è il risultato della relazione madre-bambino-padre che si sviluppa all'interno di una famiglia monogamica.
Anche la famiglia trobiondese è di natura monogamica ma essa è strutturata diversamente ,infatti assegna grande importanza alla linea di discendenza matrilineare. L'autorità sui figli di una coppia è infatti esercitata ,non dal padre ,ma del fratello della madre,lo zio materno. Possiamo così capire la Concezione che i trobriondesi hanno circa il ruolo del padre nella riproduzione. Il padre,o meglio, il marito della madre come sarebbe più giusto chiamarlo,non ha nessun ruolo significativo poiché i nuovi nati sono considerati la reincarnazione degli spiriti dei defunti della linea matrilineare. Malinowski osservò che nei popoli delle Trobriand il distacco fra madre e figlio avviene in tempi più lunghi rispetto a quelli delle civiltà europee ,questo stesso distacco e anche meno traumatico , e che il conflitto edipico investe la sorella più che la madre. In " Sesso e repressione sessuale fra i selvaggi" Malinowski parla infatti di "conflitto matriarcale" una sorta di conflitto di edipo spostato,caratterizzato dal desiderio o di sopprimere lo zio materno per congiungersi con la sorella. Géza Roheim rappresenta nella tradizione dell'antropologia analitica la continuità con le posizioni di Freud circa il problema culturale. Roheim ,ungherese,si trasferì negli Stati Unit alla vigilia della 2° guerra mondiale , e ci ha lasciato un'importante male di lavoro, tra cui l'opera "Origine e funzione della cultura" . Elaborando il parallelismo sviluppato da Freud tra neurosi individuale e alcuni comportamenti dei selvaggi .Egli tentò di intraprendere la cultura come una neurosi collettiva. Centrale è l'utilizzo che Geza Rhoeim fa in "Origine e funzione della cultura" del concetto di sublimazione .
Con questo termine Freud indicava il processo di produzione di oggetti culturali superiori,come l'arte,la letteratura ,la poesia ecc. La sublimazione è ciò che consente la edificazione della cultura. Roheim portò avanti un'ampia trattazione sull'argomento. Per Roheim la sublimazione è una compromesso che evita il raggiungimento della soddisfazione immediata dei propri desideri. Ma l'antropologia psicoanalitica non ebbe solo le teorie di Freud . Fra gli antropologi psicanalitici che adottarono una prospettiva diversa da quella freudiana ,ricordiamo l'inglese John Layard.
Layard fu allievo di Rivers che negli ultimi anni della sua vita aveva fatto propria diffusioni sta. Loyard si accostò alla psicoanalisi intorno agli anni 1930,quando ormai le sue ricerche nell'isola di Malecula nelle Nuove Ebridi della Melanesia sud orientale erano terminate. Tuttavia grazie alla psicologia di Jung Coli ,di cui fu paziente ,che portò a compimento l'opera "Gli uomini di pietra di Malekula" ,un'opera in cui le ipotesi diffusioniste dello sviluppo delle istituzioni locali s'intrecciavano con le descrizioni dei riti d 'iniziazione era,il frutto dell'influenza di Rivers e di Jung .
Il distacco di Carl Jung ,allievo di Freud, dalle di teorie di quest'ultimo dipese da una serie di motivi che possiamo così riassumere : 1) la critica nei confronti dell'interpretazione sessuale data da Freud a tutti i simboli,2) la concezione della libido (pulsione del desiderio) come espressione psichica dell'energia vitale e non sessuale come intendeva Freud 3) l'utilizzazione ,in senso epistemologico di concetti estranei teorico di Freud,come quelli di inconscio collettivo .L'archetipo è un precipitato storico della coscienza collettiva di cui abbiamo memoria nei temi mitologici ci presenti in tutte le culture in tutte le epoche.
Grazie alla psicologia di Jung Layord portò avanti l'analisi del rito "maki" da lui osservato presso gli abitanti di " Malekula" . Durante questo rito un uomo uccideva dei maiali maschi e si appropriava della forza delle vittime mettendosi al riparo dalla distruzione operata dopo la morte da uno spirito preposto alla sua persona. Il rito,che prevedeva un'identificazione fra la vittima sacrificale ed il sacrificante, veniva considerato una vera e propria rinascita sociale e l'individuo assumeva pure un nome diverso . La pratica rituale si componeva di 2 fasi ,in ciascuna di queste fasi era prevista l'erezione di un monumento in pietra simile al "menhir" dell'Europa preistorica : una pietra oblunga piantata verticalmente nel terreno ,che Layard interpretò freudianamente e non junghiquamente ,come simbolo del sesso maschile.Durante la 2° fase ,invece ,veniva eretta una piattaforma di pietra simile al "dolmen " dell'Europa preistorica,che Layard interpretò come simbolo del sesso femminile.
Il maki venne interpretato da Layard come una forma particolare di quel processo di individuazione mediante il quale l'individuo cerca di stabilire un equilibrio tra la propria vita ed il proprio inconscio. Del resto anche tra gli stessi abitanti di Malekula il maki veniva interpretato come una rinascita.
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