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La risposta della scienza




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La risposta della scienza

Se la vita del futuro sarà così diversa dalla nostra, perché la cosa dovrebbe interessarci?

Con computer sufficientemente potenti, si potrebbe emulare la vita umana. I nostri discendenti ci riporteranno in vita con l'emulazione, e non moriremo più.


Questa sarebbe la resurrezione dei morti?

Certo. E possiamo dedurla dalla fisica. Non c'è bisogno della fede.


Tratto da un'intervista a Frank Tipler, autore di La fisica dell'immortalità


 














A conclusione di questa trattazione sul tema dell'immortalità dell'uomo dopo la morte, si devono considerare anche le riflessioni che la scienza ha compiuto in questi ultimi anni, facendo riferimento in particolare al saggio "La fisica dell'immortalità" di Frank Tipler[1]. Certamente può sembrare strano che la fisica possa parlare di Dio o di immortalità e proprio per questo diversi scienziati hanno espresso il loro giudizio negativo nei confronti di una teoria che pretende di ridurre la teologia a una branca della fisica; tra questi il matematico italiano Piergiorgio Odifreddi ha scritto Un epilogo finale per l'Universo nel senso proposto da Tipler, cioè nel senso di un big crunch in cui l'Universo imploda in maniera simmetrica all'iniziale esplosione del big bang, è certamente possibile[.]. Il libro di Tipler, però, è un delirio di potenza costruito a partire da affermazioni scientificamente plausibili.

La teoria parte dal presupposto che la Terra è condannata, infatti, tra 900 milioni e 1.5 miliardi di anni a partire dal tempo presente il Sole, diventando più luminoso di giorno in giorno ed estendendo la sua atmosfera esterna fino alla Terra, ne minaccerà l'esistenza. I rischi possibili saranno due, infatti, da una parte, a causa dell'attrito con l'atmosfera solare, la Terra si muoverà a spirale verso la stella ed evaporerà, dall'altra parte, si verificherà un riscaldamento globale del pianeta che giungerà ad una temperatura troppo elevata per la vita, provocando la disintegrazione delle rocce contenenti silicati con conseguente diminuzione dell'anidride carbonica disponibile ed impossibilità della fotosintesi. Queste condizioni estreme renderanno impossibile la vita, la qual cosa determinerà la necessità di abbandonare la Terra e di colonizzare lo spazio. Un equipaggio tradizionale richiederebbe, però, un carico enorme per poter essere autosufficiente; si preferisce così una sonda robotica che possa codificare le sequenze del DNA delle forme di vita e diffonderle così nell'universo. La situazione attuale non ci permette però di intraprendere questa missione colonizzatrice, non per insufficiente potenza dei propulsori, ma poiché siamo carenti nella tecnologia dei calcolatori, che dovrebbe condurci a tal tipo di sonda. L'autore sostiene che, secondo quanto afferma il principio dell'IA, intelligenza artificiale, gli esseri umani riusciranno alla fine a costruire una macchina intelligente, la cui complessità si possa calcolare mediante la quantità d'informazione immagazzinabile in memoria e la velocità d'elaborazione dell'informazione. Il modello generale di macchina a stati infiniti è la macchina di Touring. Ciò che servirebbe per la colonizzazione dello spazio sarebbe un costruttore universale autoriproducente, ovvero, una macchina che sia in grado di costruire qualsiasi congegno, dati il materiale e un programma di costruzione, e che per definizione sia in grado di produrre una copia di se stessa (sonda di Von Neumann). In futuro le strutture naturali dovranno interferire con l'evoluzione della materia per fornire l'energia necessaria all'espansione della biosfera che potrà così raggiungere gli antipodi dell'universo tra circa 1019 anni; i nostri discendenti dovranno modificare il modo di contrarsi dell'universo, costringendolo a collassate rapidamente in due direzioni, mantenendosi inalterata nella terza cosicché le due direzioni di contrazione, poiché il gas contraendosi si riscalda, rappresenteranno le fonti d'energia per la biosfera stessa. La vita, nell'ipotesi che sfrutti il caos dei ritmi di collasso direzionali può ottenere l'energia sufficiente. La vita deve occupare l'intero universo per poter avere la forza di costringere l'universo a muoversi in questo modo improbabile; nel caos dell'universo, il suo movimento sarà nella giusta direzione se la vita agirà di concerto in ogni parte del cosmo, cosa che si potrà realizzare solo se la vita avrà occupato tutto l'universo, data l'impossibilità delle comunicazioni. In un futuro molto lontano, quasi alla fine del tempo, nelle condizioni che regneranno nell'universo, potranno sopravvivere soltanto i robot che potranno mantenere in vita anche noi in forma d'emulazioni nei calcolatori del futuro remoto. I 'discendenti intellettuali' dell'uomo saranno in una prima fase automi intelligenti in grado di replicarsi da soli e capaci di colonizzare la galassia in tempi relativamente brevi su scala cosmologica; ad un certo punto, tuttavia, anche questi robot dovranno provvedere a trasferire i programmi che costituiscono le loro menti su hardware adeguati alle condizioni sempre più inospitali che l'universo riserva e a preoccuparsi così di un'ulteriore espansione della biosfera. Esistono tre tipi fondamentali di modelli d'universo:

Un universo chiuso, avente un volume finito nello spazio, ma che non ha confini; parte da una singolarità iniziale, si espande fino a raggiungere le dimensioni massime e si ricontrae poi in una singolarità finale.

Un universo aperto, avente un'estensione infinita nello spazio, che, benché incominci da una singolarità, si espande in eterno molto velocemente, poiché contiene poca materia.

Un universo piatto, avente un'estensione infinita nello spazio e materia sufficiente a far sì che la gravità ne rallenti l'espansione da una singolarità iniziale.

Se un universo chiuso inizia a sfasciarsi, la gravità è sempre attrattiva ed è valido il determinismo, allora ogni parte dell'universo si contrae in un tempo proprio finito fino ad avere volume nullo e temperatura infinita. Nella teoria della relatività einsteiniana, la linea d'universo di un essere umano ha un punto finale ben preciso, la morte; inoltre, si può immaginare una serie di linee non limitate nel futuro che delimitano coni di luce di diverso volume e che, benché non abbiano un termine, si può pensare che definiscano punti che denotano la fine del tempo. Il confine futuro sarà un unico punto se e sole se ogni linea d'universo non limitata nel futuro sarà sempre in contatto casuale con ogni altra linea d'universo illimitata. In relazione a ciò, la vita continuerà per sempre:

Se l'elaborazione dell'informazione continuerà indefinitamente lungo almeno una linea d'universo fino al confine suddetto.

Se, nella regione dello spazio-tempo con cui la linea d'universo può comunicare, la quantità di informazione elaborata nel periodo compreso tra il momento presente e questo confine futuro risulterà indefinita.

Se la quantità di informazione immagazzinata a un tempo t qualsiasi all'interno di questa regione tenderà ad infinito all'avvicinarsi di t al suo limite futuro.

Si dimostra che l'universo dovrà essere chiuso e che il confine c futuro dell'universo consisterà, in questo caso, in un unico punto chiamato Punto Omega, rispetto a cui l'intero spazio-tempo dovrà considerarsi come un unico cono di luce in cui i segnali luminosi possano viaggiare da un polo all'altro all'infinito e la forza di gravità sarà repulsiva. Tipler dice poi che la vita, vicino al Punto Omega, sarà onnipresente e prenderà il controllo di tutte le fonti di materia ed energia, acquisendo un'illimitata onnipotenza e onniscienza, dato che la quantità di informazione acquisita tenderà all'infinito. Il Punto Omega si pone quindi come completamento della realtà al di fuori dello spazio-tempo e sarà esperienza della storia universale nella sua interezza, poiché il cono di luce individuato contiene la totalità dell'informazione riguardante il passato. In relazione a ciò, si potrebbe pensare che questa teoria neghi il libero arbitrio dell'azione umana; in realtà la condizione al contorno del Punto Omega afferma che si possono compiere due azioni incompatibili tra loro poiché le si fa entrambe, ma in due mondi diversi (questa è una situazione contemplata dalla meccanica quantistica) che non sono codificabili in nessun altro posto dell'universo.  Tuttavia non si deve pensare che la teoria quantistica del Punto Omega sia deterministica, poiché non esiste un'equazione che un calcolatore possa utilizzare per calcolare l'intera funzione d'onda dell'universo a partire dai valori che essa assume in una parte del suo dominio.

Gran parte della scienza dei calcolatori è dedicata alla realizzazione di simulazioni di fenomeni del mondo fisico. In una simulazione, il programma codifica un modello matematico dell'oggetto fisico da studiare che comprende il maggior numero possibile di attributi dell'oggetto reale. L'esecuzione del programma fa evolvere il modello nel tempo; se il modello iniziale è corretto e se cattura un numero sufficiente di caratteristiche fondamentali dell'oggetto reale, la sua evoluzione temporale riprodurrà con buona precisione lo sviluppo temporale dell'oggetto reale, tanto che sarà possibile prevedere quali saranno in futuro gli aspetti più importanti dell'oggetto stesso. Si può immaginare che una simulazione sia così pregevole da contenere un elemento per ciascun atomo di ogni persona e di ogni oggetto; una simulazione assolutamente precisa di qualche cosa si definisce emulazione. Si potrebbe allora immaginare un'emulazione di tutto l'universo fisico, che in particolare contenga tutte le persone contenute nell'universo e che riproduca perfettamente l'evoluzione temporale reale dell'universo reale; di nuovo, gli individui nell'universo simulato non potrebbero dire in alcun modo di essere soltanto simulati, di essere soltanto una sequenza di numeri che vengono rigirati all'interno di un calcolatore, e di non essere veramente reali. Quando un calcolatore emula un altro calcolatore, il calcolatore emulato viene detto macchina virtuale e si dice che esso esiste nella realtà virtuale. Le simulazioni sufficientemente complesse da contenere osservatori come sottosimulazioni esistono fisicamente; per questa ragione l'universo fisico attuale esiste necessariamente. Si consideri allora un segmento di una singola storia e, in questa storia, si concentri l'attenzione su un istante di tempo. Questo istante di tempo comprende l'intero universo fisico come lo vediamo ora. Si immagini questo insieme di dati iniziali che si evolvono nel futuro, sotto il controllo delle leggi della fisica. Si supponga che le leggi della fisica e le condizioni iniziali siano tali che tutta la vita di questa storia si estingua necessariamente in un certo momento futuro Te; vale a dire che qualsiasi evoluzione ulteriore nel futuro che utilizzi le leggi fisiche date sarà una storia senza vita per tutto il tempo futuro. L'intera storia esiste matematicamente, nella classe di tutte le simulazioni logicamente consistenti, ma collassa fisicamente nell'inesistenza nell'istante in cui la vita si estingue. Se nell'universo non esiste vita che ne osservi l'esistenza, allora non esiste fisicamente. Tuttavia, se in quella storia nella quale la vita continua a esistere dopo Te le leggi della fisica sono modificate, allora la storia con le leggi della fisica modificate al tempo Te esiste fisicamente. Ciò significa che le leggi della fisica, essendo valide per tutto il corso del tempo, e la condizione al contorno universale permettono necessariamente che la vita continui a esistere per sempre. Questo dimostra il postulato della vita eterna. La nostra specie, Homo sapiens, deve inevitabilmente estinguersi, così come deve inevitabilmente morire anche ogni individuo. Questo perché all'avvicinarsi al Punto Omega in ogni parte dell'universo la temperatura raggiungerà l'infinito e in questo tipo di ambiente è impossibile che il nostro tipo di vita sopravviva. Se l'universo fosse aperto e si espandesse in eterno, la temperatura a causa di questa espansione andrebbe a zero; nel gelido futuro di un universo siffatto non vi è energia sufficiente alla sopravvivenza della nostra specie. La morte di Homo sapiens è un male solo per un sistema di valori limitato, infatti, ciò che è importante dal punto di vista umano è il fatto che noi pensiamo e proviamo emozioni, non la particolare forma corporea che riveste la personalità umana; di fatto, l'estinzione della nostra specie è una conseguenza logica necessaria dell'eterno progresso. I contributi che i singoli individui danno alla civiltà sopravvivranno alla loro morte individuale. A giudicare dall'attuale rapido progresso dei calcolatori, la congettura dell'autore è che il prossimo stadio di vita intelligente potrebbe essere quello delle macchine per l'elaborazione dell'informazione. Nel futuro remoto, per quanto visto, tutta l'informazione contenuta nella totalità della storia umana, compreso ogni dettaglio di ogni vita umana, sarà a disposizione della collettività della vita, che lo potrà analizzare. La vita potrebbe allora, utilizzando tali informazioni, realizzare un'emulazione di queste vite passate; questa simulazione corrisponderebbe a un'indagine sufficientemente attenta delle nostre vite presenti da parte del Punto Omega. Il meccanismo fisico che potrà garantire l'immortalità individuale risulta essere quindi l'emulazione nei calcolatori del futuro remoto.    

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Riferimenti bibliografici e iconografici


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Montale E., Tutte le poesie, a cura di Zampa G., Verona 2005, Arnoldo Mondatori Editore(I Meridiani).

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Frank J.Tipler, studioso di relatività generale globale e docente di fisica matematica alla Tulane University(Louisiana), collabora alle più prestigiose riviste scientifiche - "Nature", "Physical Review", "The Astrophysical Journal" - e ha pubblicato, con J.D.Barrow, The Antrophyc Cosmological Principle.

Piergiorgio Odifreddi, laureato in matematica a Torino nel 1973, dal 1983 al 2002 ha insegnato in Italia (Torino, Alessandria, Siena, Milano), negli Stati Uniti (Cornell University) e nella allora Unione Sovietica. Dal 2001 è professore ordinario di logica matematica presso il Dipartimento di matematica dell'Università di Torino. Vivace polemista, è noto in particolare per la contestazione (espressa nel suo libro 'Zichicche') delle tesi e degli interventi di Antonino Zichichi, dal quale è stato anche querelato per diffamazione. In primo grado Odifreddi è stato assolto. Ha scritto come opinionista/recensore per La rivista dei libri e vari articoli divulgativi per Le Scienze (testata nella quale cura la rubrica Il matematico impertinente, omonima di un suo libro), oltre ad aver collaborato con vari quotidiani come la Repubblica, La Stampa e con il settimanale L'Espresso. Radio Tre, Raidue e Raitre hanno ospitato alcuni suoi interventi in varie rubriche scientifiche. Dal 2003 Odifreddi è membro del comitato di presidenza dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.


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