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"CENA IN EMMAUS" di CARAVAGGIO
Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, dal nome del suo paese di origine, in provincia di Bergamo, nacque il 28 settembre 1573.
Venne istruito nell'arte della pittura dal maestro Simone Peterzano intorno al 1584 .
Caravaggio dipinse per qualche anno in Lombardia, intorno al 1590, ma il suo genio non esplose fino al suo arrivo a Roma.
Dal 1606 al 1610, anno in cui morì a Porto Ercole, nei pressi di Agrigento, la vita di Caravaggio si snodò in un susseguirsi di fughe ossessive, in seguito alle risse sanguinose e perfino a qualche delitto in cui lo coinvolse il suo carattere emotivo ed irascibile.
I suoi spostamenti toccarono il Lazio, Napoli, Malta, isola in cui egli entrò dapprima nell'ordine dei Cavalieri ed in cui fu poi imprigionato, Siracusa, Messina e Palermo, in Sicilia .
In molti di questi luoghi nacquero i suoi numerosi capolavori.
Tra i suoi dipinti più famosi vi sono : la Madonna del Rosario, Le Sette Opere di Misericordia, La Decapitazione del Battista, La Resurrezione di Lazzaro, La natività, La Vergine col Bambino, due Flagellazioni, Salomè e due versioni della Cena in Emmaus.
Il capolavoro intitolato "Cena in Emmaus", già nella Collezione dei Marchesi Patrizi di Roma, fu donato alla Pinacoteca nel 1939 dagli "Amici di Brera".
E' un'opera della maturità di Caravaggio, eseguita a Roma o a Zagarolo tra il 1605 e il 1606, dopo la fuga da Roma verso Napoli.
Il soggetto si rifà ad una racconto evangelico: Gesù, dopo la sua morte e resurrezione, appare a due discepoli in cammino verso Emmaus sotto le spoglie di un viandante. Resta con loro a cena e qui si rivela attraverso il gesto dello spezzare del pane.
Le testimonianze storiche sulla produzione dell'opera sono del Bellori che scrive : "Il Caravaggio colorì al Marchese Patrizii la Cena di Emaus, nella quale vi è Cristo in mezzo che benedice il pane, ed uno degli apostoli a sedere nel riconoscerlo apre le braccia, e l'altro ferma le mani su la mensa e lo riguarda con maraviglia ; evvi dietro l'oste con la cuffia in capo ed una vecchia che porta le vivande".
La figura del Cristo nell'atto di benedire il pane è al centro dell'immagine e su di essa si concentrano gli sguardi intenti e stupiti dei due discepoli.
Gli abiti di Cristo e die discepoli non sono, come spesso avveniva nell'epoca, quelli rinascimentali : il Maestro ha infatti cercato di immaginare quale potesse essere l'abbigliamento al tempo e nei luoghi di Cristo ; invece, gli abiti dell'oste e della vecchia sono proprio quelli dell'epoca rinascimentale in cui visse il pittore.
Rispetto alla precedente redazione dello stesso soggetto, attualmente conservata a Londra, Caravaggio ha in quest'opera approfondito l'uso dei colori densi e dei modelli popolari, raffigurati in un interno povero e male illuminato .
La luce pare provenire da una finestra senza illuminare direttamente i personaggi, ma riflettendosi su di essi attraverso la tovaglia candida e la caraffa appoggiata sul tavolo accanto ad uno dei discepoli.
Gli elementi illuminati sono scelti dal pittore per dare intensità emotiva alla scena : il volto di Cristo, la fronte ed il naso dell'oste, reso lucido come per farlo apparire un ubriacone, la gola ossuta e la fronte rugosa della vecchia, le parti più chiare degli abiti dei due discepoli, alcune dita delle loro mani aperte in un gesto di profonda sorpresa .
La disposizione degli elementi principali, non è simmetrica. L'autore, infatti, ha posto i discepoli e Cristo benedicente in cerchio, di cui punto principale è il volto di quest'ultimo.
Prolungando i gesti dei due discepoli, possiamo notare che il punto in cui si incontrano gli assi è il gesto di benedizione di Cristo.
L'opera risulta interamente pervasa da quella tecnica del chiaroscuro espressivo che il Caravaggio usò in maniera efficacissima .
Questi espedienti figurativi e tecnici furono usati dal Caravaggio in questa ed in altre opere con grande coerenza stilistica per rendere gli avvenimenti sacri a misura umana e quotidiana.
Ciò presupponeva che i misteri divini si potessero discutere e ridimensionare.
Ma il Concilio di Trento aveva fissato con precisione i dogmi ed escluso ogni possibilità di rimetterli in discussione.
La pittura sacra di Caravaggio fu considerata perciò, eversiva rispetto all'atteggiamento teologico ed ai canoni della pittura sacra dell'epoca, che nelle arti figurative corrispondeva al Barocco .
Per questo motivo alcune sue opere sacre, dipinte su commissione, vennero rifiutate dai committenti stessi.
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