Caspar David Friedrich
(Le bianche scogliere di Rugen,1818 ca)
Il luogo esatto
rappresentato non è mai stato identificato, e forse lo strapiombo sulle rocce
abbaglianti è frutto della fantasia visionaria e romantica dell'artista, ma
sembra certo che gli spunti provengano dalla pittoresca località di
Stubbenkammer, a nord-est dell'isola, dove i gessi ricoperti di faggete
s'innalzano fino a 162 metri. La scena è inquadrata da una quinta di altissime
e aguzze rocce bianche inondate dal sole, a picco sul mare. Un vertiginoso
burrone è incorniciato da faggi in controluce, che con le loro fronde coprono
la parte superiore del cielo luminoso. Nella zona in ombra alla base della tela
una donna vestita di rosso, seduta sul prato al bordo del precipizio, aggrappata
ad un arbusto, guarda verso il basso e indica qualcosa. Accanto a lei, carponi
sul ciglio dello strapiombo, un gentiluomo fruga tra l'erba come se avesse
smarrito qualcosa: il suo bastone è abbandonato in terra e il suo cappello è
rotolato poco oltre. Un secondo uomo, in piedi, si trova all'estremità destra
della scena: appoggiato ad un tronco spezzato con le braccia conserte, sembra
distaccato e assente, assorto in lontani pensieri. Guarda diritto davanti a sé
senza esitazioni. Le figure sono poco più che sagome in controluce, marginali
rispetto alla vastità dell'orizzonte marino e alla bellezza della natura
incontaminata. Le scogliere bianchissime si profilano contro il velo blu cupo
del mare, che man mano digrada verso il rosa fino ad impallidire in un azzurro
sempre più chiaro che si confonde col cielo. Due esili vele galleggiano sulla
grande distesa d'acqua. L'orizzonte si perde lontano, altissimo. È noto dai
suoi scritti che Friedrich conferiva valore simbolico a quanto rappresentava
sulla tela, basandosi sul tradizionale significato analogico e allegorico
proprio di alcune immagini. Era profondamente religioso e concepiva la natura
come manifestazione divina e l'arte come mediatrice tra l'uomo e Dio. Il mare
che qui si estende a perdita d'occhio, è probabilmente un'allegoria
dell'eternità e le fragili barche che si allontanano sulle onde, esposte al
pericolo delle tempeste, sembrano adombrare l'incerto viaggio dell'anima verso
la vita eterna.
Le tre figure rappresentate all'ombra
degli alberi sono state interpretate simbolicamente: la donna vestita di rosso
potrebbe essere la Carità; l'uomo al centro, con il suo mantello blu, la
personificazione della Fede; quello a destra del quadro (forse lo stesso
Friedrich, che in effetti più volte si ritrasse con quel particolare copricapo)
una raffigurazione della Speranza. Saremmo quindi di fronte alla
rappresentazione delle tre virtù cardinali del cristiano: Fede, Speranza e
Carità. Anche la pianta d'edera ai piedi della donna è stata letta
simbolicamente: come allusione all'immortalità dell'anima, secondo alcune
interpretazioni, oppure emblema dell'amore che vince la morte. Le piccole e
silenziose figure del quadro fungono da paramento di confronto per la vastità
del paesaggio, ma anche da misura della fragilità umana davanti a esso. La
figura a carponi al centro della tela esprime lo sconforto dell'uomo di fronte
all'infinito; ma il personaggio che guarda senza paura nel vuoto attesta
l'anelito dell'anima ad esso. Solo l'amore, la donna vestita di rosso, è in grado
di aiutare l'uomo a superare la sua inadeguatezza.
Tra i soggetti preferiti si individuano
alcune significative importanti: l'ampio orizzonte, che esprime l'idea
dell'assoluto ma anche della solitudine; i tormentati speroni rocciosi; i rami
e le contorte radici degli alberi; la mutevole bellezza dei colori del cielo
con i suoi tramonti; gli arcobaleni e le nebbie; il mare. I personaggi saranno
estasiati dalla vastità dell'orizzonte marino, atterriti dalla profondità del
burrone, soggiogati dalla potenza e dalla bellezza del tramonto o dal chiaro di
luna, nella misura esatta in cui lo saremo noi stessi osservando il dipinto.