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Fin dall'antichità si suppose che la luce si propagasse istantaneamente e solo nel Seicento furono tentati i primi esperimenti per determinare se la velocità fosse veramente infinita: Roemer nel 1675 utilizzò un metodo astronomico, fondato sull'osservazione delle eclissi dei satelliti di Giove, viste da posizioni diverse della Terra sulla sua orbita; poiché occorreva però conoscere le misure dei diametri dell'orbita terrestre, note ancora con scarsa precisione, il risultato di Roemer riuscì troppo grande (350.000 km/s circa): provò comunque che la propagazione non è in realtà istantanea. Nell'Ottocento furono compiute determinazioni anche in mezzi diversi dal vuoto o dall'aria con il metodo della ruota dentata di Fizeau (1849) e con il metodo dello specchio rotante di Foucault (1862). Il dispositivo di Fizeau è costituito sostanzialmente da una ruota a denti quadrati posta perpendicolarmente a un fascio di luce che, uscendo da una sorgente luminosa, percorre un certo cammino rettilineo e viene riflesso da uno specchio piano. Quando la velocità angolare della ruota non è tanto elevata, la luce che passa per una scanalatura tra due denti dopo la riflessione ritorna attraverso la stessa scanalatura e raggiunge l'osservatore. Aumentando la velocità della ruota a un valore opportuno , nel tempo impiegato dalla luce a percorrere lo spazio l tra la ruota e lo specchio piano e viceversa, la scanalatura viene rimpiazzata da un dente che interrompe il flusso luminoso dallo specchio all'osservatore, dimodoché l'osservatore non vede più la luce riflessa. Dalla misura della velocità angolare si risale alla velocità della luce c mediante la relazione c = 2 (l n/ , dove n è il numero dei denti della ruota.
Nel metodo dello specchio rotante di Foucault il dispositivo è costituito da uno specchio piano che ruota ad altissima velocità attorno a un suo asse e da un altro specchio concavo fisso. La luce emessa dalla sorgente e focalizzata dalla lente viene riflessa dallo specchio piano sul secondo specchio che la rinvia allo specchio piano. Nel tempo impiegato dalla luce a percorrere questo cammino, lo specchio piano è ruotato di un piccolo angolo, perciò il raggio non viene riflesso sulla sorgente ma forma un'immagine leggermente spostata rispetto all'immagine a quella che si sarebbe ottenuta se non si fosse ruotato lo specchio. Dalla misura di questo spostamento, conoscendo la velocità di rotazione dello specchio, si risale alla velocità della luce.
I metodi di Fizeau e Foucault provarono che la velocità della luce è minore nei mezzi più densi convalidando così la teoria ondulatoria.
Le determinazioni più recenti e più precise della velocità della luce (o, più in generale, delle radiazioni elettromagnetiche) sono state fatte usando anche metodi elettronici e non solo ottici. Nel 1972 è stata ottenuta al National Bureau of Standards (Boulder, Colorado) una misura della velocità della luce c nel vuoto, mediante la misurazione della frequenza f di una radiazione emessa da un laser a He-Ne stabilizzato e quella della corrispondente lunghezza d'onda . La velocità, ottenuta mediante la relazione c = f, è risultata:
c = 299.792,4562 0,0011 km/s.
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