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Suoni e Colori




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Suoni e Colori


"Il contrasto fra i colori è per l'occhio esattamente ciò che la consonanza è per l'orecchio.  Se i colori si mescolano, si ha la vera e propria consonanza, se sono l'uno accanto all'altro si ha l'armonia"

Immanuel Kant

Vasiliji Kandinsky

Vasilij Vasil'evič Kandinskij in russo Василий Васильевич Кандинский(1866 - 1944)

è stato un pittore russo, creatore della pittura astratta. L'Astrattismo è un'esperienza artistica nata nei primi anni del XX secolo, in zone d'Europa lontane tra loro, dove si sviluppò senza intenti comuni. Il termine indica quelle opere pittoriche e plastiche che esulano dalla rappresentazione oggettiva della realtà. Scelta di questi artisti fù infatti di negare la rappresentazione della realtà per esaltare i propri sentimenti attraverso forme,linee ecolori.


Kandinsky si interessa fin da bambino alla musica e all'arte e impara a suonare il violoncello ed il pianoforte. Più tardi nel 1896, ascoltando il Lohengrin al Teatro Bolscioi ha l'impressione di vedere la sua Mosca "dipinta musicalmente" da Wagner: "vidi nella mente tutti i miei colori, erano davanti ai miei occhi." E in questo modo che Kandinsky, grazie alle sue non comuni capacità sinestetiche, ha una delle intuizioni più imposrtanti per lo sviluppo della sua pittura , comprende cioè la valenza musicale del colore e l'importanza del rapporto fra musica e pittura.

Torna su questo tema nello Spirituale nell'arte dove, attraverso continui rimandi alla musica, al teatro, alla danza e alla poesia, enuncia il progetto  

di sintesi delle arti, che diviene la finalità della sua ricerca artistica. Secondo Kandinsky le diverse arti sono equivalenti fra loro in quanto tutte le manifestazioni dello spirito umano e la loro interazione ne aumenta la forza espressiva; di conseguenza anche il coinvolgimento dell'osservatore diventa più intenso. A sostegno delle sue tesi, in particolare sulla comparazione fra gli effetti del colore e del suono, cita esperimenti di educatori, psicologi e musicisti volti a "vedere cromaticamente i suoni ed udire musicalmente i colori".

Appartiene a questo periodo Con l'arco nero che è, come afferma lo stesso artista, la dimostrazione pittorica della "dissonanza". In questo quadro l'autore si propone di suscitare emozioni attraverso il potere evocativo di forme e colori, il cui accostamento non intende comporre un racconto, ma va inteso come pura espressione.



Dopo aver assististo a un concerto che Schönberg, compositore tedesco dell'inizio Novecento, aveva dato a Monaco il 1° gennaio 1911, (erano stati eseguiti il Quartetto per archi op.10 e i Klavierstücke op.11) Kandinskij scrisse al compositore, pur non conoscendolo, per renderlo partecipe del proprio entusiasmo e per parlargli delle affinità che notava fra la sua musica e i propri dipinti. A breve distanza da quel concerto, Kandinskij dipinse Composizioni, Impressione III (Concerto), probabilmente una elaborazione pittorica della forte emozione suscitatagli dal concerto di Schönberg: sulla tela si nota una grande macchia nera che ricorda un pianoforte e un'ampia zona in giallo, che per Kandinskij era il colore del calore spirituale, mentre alcune sagome sulla sinistra suggeriscono la presenza del pubblico. Questo quadro è, come afferma lo stesso artista, la dimostrazione pittorica della "dissonanza".


"Il colore è il tasto. L'occhio è il martelletto. L'anima è un pianoforte con molte corde.

L'artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l'anima"

Vassilij Kandinsky


A questo argomento centrale sono dedicate le pagine più avvincenti e appassionate dello "Spirituale nell'arte", dove Kandinsky si dilunga a descrivere le qualità dei singoli colori e i loro effetti psicologici, valutandone il potenziale espressivo fin nelle più sottili sfumature e formulando un puntuale confronto con i suoni di vari strumenti musicali.

Tutte queste considerazioni si basano su studi precedenti, dalla teoria dei colori di Goethe alle ricerche di artisti come Turner e Delacroix, Kandinsky è però il primo a collegare quelle

intuizioni con lo studio dell'interiorità dell'uomo, basandosi anche sulle suggestioni della poesia

Simbolista, della musica e della magia.





"Il suono musicale giunge direttamente all'anima.

E vi trova subito un'eco, perchè l'uomo ha la musica in sè

Il suono interiore assomiglia al suono di una tromba"

Vassilij Kandinsky





Alla fine della panoramica sui colori, Kandinsky dispone i tre primari e i tre secondari in posizione opposta lungo una circonferenza, simbolo di infinito e di eternità, al di fuori della quale figurano il bianco e il nero che simboleggiano il silenzio della nascita e della morte.

Quanto al rapporto fra forma e colore, esso è, secondo Kandinsky, strettissimo e non necessariamente sempre armonico, anzi talvolta conflittuale, ma comunque sempre ricco di potenzialità espressive.


"È facile notare che certi colori sono potenziati da certe forme e indeboliti da altre. In ogni caso i colori squillanti si intensificano se sono posti entro forme acute(); i colori che amano la profondità sono rafforzati da forme tonde()" Oltre a queste parole, Kandinsky sottolinea anche l'impossibilità di ottenere vere dissonanze tra colore e forma poichè una disarmonia sarà sempre considerata come una nuova possibilità ed armonia."Se il numero delle forme è infinito, sono infinite anche le loro combinazioni e i loro effetti. È un materiale inesauribile"


In un altro quadro del 1914, dal titolo "Improvvisazione contenuta - Fuga", forme colorate amorfe  sembrano sospese nel vuoto; il titolo Fuga fu aggiunto da Kandinskij in un secondo momento, dopo che egli si rese conto dell'ordine polifonico del dipinto.

Kandinskij, come abbiam detto, era in grado di percepire sensazioni uditive in accordo con determinati colori.

In un significativo passo di "Dello spirituale nell'arte" si legge:

"Negli esseri umani più evoluti, le vie che conducono all'anima sono così dirette, e le impressioni psichiche raggiungibili così rapidamente, che un'azione che si eserciti attraverso un senso arriva direttamente all'anima, facendo vibrare per simpatia le vie corrispondenti che vanno dall'anima agli altri organi sensoriali. Si potrebbe paragonare questo fenomeno a una sorta di eco o di risonanza quale si ha in determinati strumenti musicali quando, senza essere toccati, entrano in risonanza con un altro strumento, suonato invece direttamente () .È chiaro pertanto che l'armonia dei colori deve fondarsi solo sul principio della giusta stimolazione dell'anima umana".


Kandinskij afferma quindi che le sensazioni provenienti da sfere sensoriali confinanti possono vibrare per simpatia, alla stessa maniera con cui, per usare una sua espressione, "vibrano tutte le corde di una violino se una sola di esse viene sfiorata". Operando con questi presupposti, Kandinskij in "Dello Spirituale nell'arte" ha collegato i colori non solo con i suoni ma anche con i sensi, i pensieri, le azioni, i temperamenti, organizzandoli in modo corrispondente al loro grado di intensità, in un circolo i cui poli opposti rappresentano la vita tra la nascita e la morte.





Colore

Effetto-umore

Equivalente strumentale

Nero

eterno silenzio, il silenzio della morte, non speranza futura

il colore più povero di suono, completo riposo finale

Grigio

immobile, senza speranza, rigido

nessuno

Marrone

inibizione

nessuno

Verde

apatia, pace; riposante e calmo,
benefico per un uomo stanco

suoni di
violino nel registro medio

Viola

sensuale, smorzato, triste

corno inglese, chiarina, oboe e, nei toni più  profondi, i fiati (basso)

Blu

generalmente: di colore celestiale tipicamente concentrico

violoncello, mentre la tristezza aumenta

Blu scuro

pace, tristezza non umana

contrabbasso, in forma profonda, solenne, come l'organo profondo

Azzurro

diventando più chiaro assume carattere piu`   indefinito

flauto

Rosso freddo, profondo

un'attesa energica, come qualcosa che giace in attesa, pronto a fare un balzo selvaggio

suoni centrali e profondi del cello, evocanti, un elemento di passione

Rosso freddo, chiaro

giovane, pura gioia; libertà; la fresca, pura immagine di una ragazza

più acuti; suoni chiari e melodiosi di violino o 'piccole campane'

Vermiglio

come una passione che scorre continua, una forza
che conta su se stessa

tuba; tamburo profondo

Rosso caldo, chiaro

effetto entusiasmante che può giungere al punto di dolore;
simile al sangue che
scorre

ottoni, fanfare suoni forti, ostinati

Arancione

come un uomo convinto della propria forza; una sensazione sana

campane di chiesa medie che suonano all'Angelus; voce forte di viola che intona un Largo

Bianco

silenzio; non di morte, ma ricco di possibilità.

un silenzio che può improvvisamente venire compreso,come le pause in musica che solo interrompono lo sviluppo di un movimento o il  contenuto per un dato tempo, e non sono la conclusione definitiva.

Giallo

tipico colore terrestre; eccentrico e senza spessore; inquieto,eccitante; influenza fortemente l'umore.Toni più leggeri possono raggiungere una forza e altezza insopportabili all'occhio e alla mente. Può rappresentare la pazzia nel colore.

ottoni; mentre il giallo diventa piu`chiaro, suona come le note acute di una tromba sempre più forte, o come una fanfara in crescendo

La Musicalità delle parole

"So che l'arte della parola è anch'essa musica,
 sebbene abbia poco a che fare con le leggi dell'acustica."
Eugenio Montale

Pascoli e D`Annunzio sono esemplari per la particolare importanza data alla musicalità delle parole ed al simbolismo fonico. Le loro poesie possono essere lette a più livelli, non solo facendo attenzione al messaggio letterale, ma anche percependo il valore suggestivo delle sensazioni uditive e visive suscitate dall'attenta scelta delle parole e dei suoni.


Invece Leopardi sviluppa una propria teoria del suono facente parte della sua più ampia poetica del "vago" e dell' "indefinito".


L'assiuolo - Giovanni Pascoli

Lirica pubblicata il 3 gennaio 1897, poi raccolta nella quarta edizione di Myricae.


Dov'era la luna? chè il cielo

notava in un'alba di perla,

ed ergersi il mandorlo e il melo

parevano a meglio vederla.

Venivano soffi di lampi

da un nero di nubi laggiù;

veniva una voce dai campi:

chiù.


Le stelle lucevano rare

tra mezzo alla nebbia di latte:

sentivo il cullare del mare,

sentivo un fru fru tra le fratte;



sentivo nel cuore un sussulto,

com'eco d'un grido che fu.

Sonava lontano il singulto:

chiù.


Su tutte le lucide vette

tremava un sospiro di vento:

squassavano le cavallette

finissimi sistri d'argento

(tintinni a invisibili porte

che forse non s'aprono più?);

e c'era quel pianto di morte.

chiù.


Giovanni Pascoli , Poesie, Cit.




Analisi

La poesia esteriormente è la descrizione di un notturno lunare, reso attraverso una serie di sensazioni visive e uditive,ma il quadro apparentemente impressionistico si rivela immerso in un'atmosfera inquietante. La poesia è strutturata seguendo uno schema analogo per tutte le tre strofe: la prima quartina propone immagini quiete, serene e di pace, mentre nella seconda si delineano immagini più inquietanti. Il titolo "L'assiuolo" permette al lettore di capire da chi è pronunciato il verso chiù che viene ripreso alla fine di tutte e tre le strofe.

Infatti il tema proncipale della poesia, pur essendo non detto esplecitamente, ma alluso indirettamente, è l'angoscia della morte che non consente la rinascita della vita e non permette il ritorno dei cari scomparsi. Il valore simbolico della morte è rintracciabile in: sistri delle cavallette(vv.19-20) invisibili porte(v.22) quel pianto di mortechiù (vv. 23-24)



L'atmosfera inquieta e magica si ottiene attraverso l'uso di due forme letterarie:

  • l'espressione analogica, l'uso di poche parole per esprimere una serie di paragoni (sistri delle cavallette (vv.19-20))
  • il simbolismo fonico, l'uso di allitterazioni (fru fru tra le fratte v.12- nero di nubi v.6); onomatopee (chiù v.24 - fru fru tra le fratte v.12 - finissimi sistri v.); anafore (sentivo,sentivo,sentivo vv. 11-12-13); paratassi (versi brevi collegati per asindeto)


L'Onda - Gabriele D'Annunzio

Lirica composta il 22 agosto 1902 nel castello di Romena, dove D'Annunzio trascorreva l'estate.

Alcyone



Nella cala tranquilla

scintilla,

intesto di scaglia

come l'antica.

lorica

del catafratto

il Mare.

Sembra trascolorare.

S'argenta? s'oscura?

A un tratto

come colpo dismaglia

l'arme, la forza

del vento l'intacca.

Non dura.

Nasce l'onda fiacca

subito s'ammorza.

Il vento rinforza.

Altra onda nasce,

si perde,

come agnello che pasce

pel verde:

un fiocco di spuma

che balza!

Ma il vento riviene,

rincalza, ridonda.

Altra onda s'alza,

nel suo nascimento

più lene

che ventre virginale!

Palpita, sale,

si gonfia, s'incurva,

s'alluma, propende.

Il dorso ampio splende

come cristallo;

la cima leggiera

s'arruffa

come criniera

nivea di cavallo.

Il vento la scavezza.

L'onda si spezza,

precipita nel cavo

del solco sonora;

spumeggia, biancheggia,

s'infiora, odora,

travolge la cuora,

trae l'alga e l'ulva;

s'allunga,

rotola, galoppa;

intoppa

in altra cui 'l vento

diè tempra diversa;

l'avversa,

l'assalta, la sormonta,

vi si mesce,s'accresce.

Di spruzzi, di sprazzi,

di fiocchi, d'iridi

ferve nella risacca;

oar che di crisopazzi

scintilli

e di berilli

viridi a sacca

O sua favella!

Sciacqua, sciaborda,

scroscia, schiocca, schianta,

romba, ride, canta,

accorda, discorda

tutte accoglie e fonde

le dissonanze acute

nelle sue volute

profonde,

libera e bella,

numerosa e folle,

possente e molle,

creatura viva

che gode

del suo mistero

fugace.

E per la riva l'ode

la sua sorella scalza

dal pazzo leggero

e dalle gambe lisce,

Aretusa rapace

che rapisce la frutta

ond'ha colmo suo grembo.

Subito le balza

il cor, le raggia

il viso d'oro.

Lascia ella il lembo,

s'inclina

al richiamo canoro;

e la selvaggia

rapina,

l'acerbo suo tesoro

oblia nelle melode.

E anch'ella si gode

come l'onda, l'asciutta

fura, quasi che tutta

la freschezza marina

a nembo

entro le giunga!


Musa, cantai la lode

della mia Strofe Lunga


G.D'Annunzio,

(Versi d'amore e di gloria, vol. II ,cit.)

Analisi


Il lungo componimento ha due finalità:

  • La finalità fonica è più importante di quella descrittiva: il poeta si impegna virtuosisticamente per gareggiare sul piano del linguaggio .
  • Il componimento è un esercizio letterario volto all' autocelebrazione e autocompiacimento.

Infatti molti termini impiegati sono di derivazione latina oppure ricavati dal Vocabolario marino e militare del Guglielmotti tanto da indurre al sospetto che l'ispirazione nasca non dall'impressione ricavata da un contatto diretto di D'Annunzio con la natura, ma piuttosto dal suo desiderio di utilizzare in modo virtuoso parole "belle e ben sonanti" trovate nel vocabolario.

Nella strofa finale "Musa, cantai la lode / della mia Strofe Lunga" D'Annunzio dichiara esplicitamente di cantar in poesia le lodi della sua poesia stessa.


Dal punto di vista fonico si può notare:

  • l'iterazione di suoni favorita dalla rima baciata e accentuata dalla brevità dei versi (vv. 1-2 tranquilla: scintilla; 4-5: l'antica: lorica; 16-1 vvi s'ammorza: rinforza ecc.);
  • l'incalzante susseguirsi di voci verbali legate da affinità fonica (vv. 63-66);
  • il riecheggiamento interno di certi gruppi fonici con assonanze ed allitterazioni (25-26 ridonda: onda; 24-25 ",Ma il vento riviene /rincalza, ridonda")
  • Le sinestesie tra impressioni visive ed uditive(55-61 iridi/crisopazzi/berilli e spruzzi/sprazzi)

I due versi conclusivi, poi, confermano il significato di esercizio letterario, che si deve attribuire - ci sembra - a questo componimento, che è inseribile fra l'altro nel gusto decadente per il ricorso al termine desueto o di preziosistica derivazione latina (intento, lorica, dismaglia, s'alluma, s'infiora) al materiale prezioso (crisopazi e berilli). In tali versi l'inatteso 'ingresso' del poeta mira esplicitamente a lodare la 'strofe lunga', è un dichiarato compiacimento del componimento realizzato. "L'Onda quindi - propone il Roncoroni - sarebbe anche una sorta di celebrazione, enfatica e ancora una volta superomistica, dell'estrema duttilità dello strumento espressivo impiegato dal poeta e, in ultima analisi, anche una sorta di monumentale esaltazione della capacità creativa della poesia".



Giacomo Leopardi


Teoria del Suono, Lo Zibaldone

"Quello che altrove ho detto sugli effetti della luce o degli oggetti visibili, in riguardo all'idea dell'infinito, si deve applicare parimente al suono, al canto, a tutto ciò che spetta all'udito. È piacevole per se stesso, cioè non per altro, se non per un'idea vaga ed indefinita che desta, un canto (il più spregevole) udito da lungi o che paia lontano senza esserlo, o che si vada appoco appoco allontanando, e divenendo insensibile o anche viceversa (ma meno) o che ,sia così lontano, in apparenza o in verità, che l'orecchio e l'idea quasi lo prida nella vastità degli spazi; un suono qualunque confuso, massime se ciò è per la lontananza; un canto udito in modo che non si veda il luogo da cui parte; un canto che risuoni per le volte di una stanza eco dove voi non vi troviate però dentro; il canto degli agricoltori che nella campagna s'ode suonare per le valli, senza però vederli, e così il muggito degli armenti, ec. Stando in casa, e udendo tali canti o suoni per la strada, massime di notte, si è più disposti a questi effetti, perchè nè l'udito nè gli altri sensi non arrivano a determinare nè circoscrivere la sensazione e le sue concomitanze. È piacevole qualunque suono (anche vilissimo) che largamente e vastamente si diffonda, come in taluno dei detti casi, massime se non si vede l'oggetto da cui parte."

(16 ottobre 1821)


Suoni Indefiniti, Lo Zibaldone

"Una voce o un suono lontano, o decrescente o allontanatesi a poco a poco, o echeggiante con un'apparenza di vastità,ec. è piacevole per il vago dell' idea, ec. Però è piacevole il tuono, un colpo di cannone, e simili, udito in piena campagna, in una grande valle, ec. il canto degli agricoltori, degli uccelli, il muggito d' buoi, ec. nelle medesime circostanze"
( 21 settembre 1827 )



Il suono nella teoria del "vago" e dell"indefinito"


Nel pensiero leopardiano, la felicità infinita non si può raggiungere nella vita e nella realtà terrena. Pertanto, se nella realtà il piacere infinito è irrangiubile, l'uomo può figurarsi attraverso l'immaginazione una realtà parallela, dove l'uomo trova l'illusorio appagamento al suo bisogno di infinito. Tutto ciò che è vago, indefinito, lontano, e impreciso permette di creare la realtà illusoria.


L'interesse leopardiano per la musica deriva dal fatto che essa è la meno imitativa tra le arti. Più che imitare un oggetto o un concetto, la musica esprime un sentimento, crea un'esperienza emotiva. La musica, al contrario delle altre arti, prescinde da un significato preciso e definito, non è legata ad alcun concetto determinato.


"Le altre arti imitano ed esprimono la natura da cui si trae il sentimento, ma la musica non esprime che lo stesso sentimento in persona, ch'ella trae da se stessa e non dalla naturaLa parola nella poesia, ecc., non ha tanta forza d'esprimere il vago e l'indefinito del sentimento, se non applicandosi a degli oggetti, e perciò producendo un'impressione sempre secondaria e meno immediata, perchè la parola, come i segni e le immagini della pittura e scoltura, ha una significazione determinata e finita" (dallo Zibaldone).

Non è quindi la parola (il contenuto di essa), ma la sua musicalità a "esprimere il vago e l'indefinito" del sentimento. Leopardi così passa in rassegna tutti i suoni che egli considera suggestivi perchè vaghi e indefiniti.
















James Joyce

James Joyce uses the so called "epiphany" as a literary device within each short story of his collection Dubliners (1914). An epiphany (from Greek Epiphaneia, "manifestation, striking appearance") is the sudden realisation or comprehension of the la rger essence or meaning of something. A person has an epiphany when he found the last piece of the puzzle and now sees the whole picture or has new information or experience, often insignificant by itself, that illuminates a deeper meaning of his existence. In Dubliners, protagonists came to sudden recognitions that change their view of themselves or their social condition and often sparking a reversal or change of heart.

Music and sound play the role of epiphany in two short stories included in "Dubliners": "Eveline" and "The Dead".


Eveline, Dubliners

In this short story, Eveline, a young woman of about 19 years old sits by her window, waiting to leave home. She thinks about the aspects of her life that are driving her away. Both her mother her older brother Ernest died. Her remaining brother, Harry is on the road. She does not like her sales job. She fears that her father will beat her as he used to beat her brothers. She has fallen in love with a sailor named Frank who promises to take her with him to Buenos Aires. Before leaving to meet Frank, she hears a street organ music outside, which reminds her of a melody that played on an organ on the day her mother died and the promise she made to her mother to look after the home and the sick father. At the dock where she and Frank are ready to embark on a ship together, Eveline is deeply conflicted and makes the painful decision not to leave with him. Nonetheless, her face registers no emotion at all.
The music heard by Eveline plays the role of epiphany. For Eveline, it is a symbolic, apparently banal incident, the music of the street organ, which makes the character become suddenly aware of the innermost aspects of her own nature. Eveline's motivation for her behaviour and indecision is not clearly expressed, but we realise that her sense of duty to her father and her promise to her dying mother to look after the house, are the main factors that prevent her from leaving.

The Dead, Dubliners


The protagonists of this short story are Gabriel Conroy, and his wife, Gretta. The couple spends a night at the annual dance and dinner party held by their friends just before the feast of the Epiphany on January 6, which celebrates the manifestation of Christ's divinity to the Magi. During the party and just before dinner, one of the guests performs a song for the audience. Gabriel realizes that his wife Gretta stands shocked by the song. Gabriel is preoccupied by his wife's mysterious mood and recalls their courtship as they walk from the house. At the hotel, Gabriel becomes irritated by Gretta's behavior. She bursts into tears and confesses that she has been thinking of the song from the party because a former lover had sung it to her in her youth. Gretta remembers the sad story of this boy, Michael Furey, who died at the age of 17 after waiting outside of her window in the cold. Gretta later falls asleep, but Gabriel remains awake, disturbed by Gretta's new information, contemplating his own mortality.

In this story, the song also acts as epiphany for both Gretta and Gabriel. Indeed the epiphany happens more to Gabriel than to his wife. Music starts Gabriel's long painful process of self-awareness, through epiphany, of the futility of his own life as well as those of the men and women whose company he has just left at his aunts' party in Dublin.  Gabriel reflects on his own controlled, passionless life and realises that life is short, and those who leave the world like Michael Furey, with great passion and love, in fact live more fully than people like himself.

BIBLIOGRAFIA





Enciclopedia Garzanti della musica, Milano, Redazioni Garzanti, 1974


Andrea Frova, Armonia celeste e dodecafonia, Milano, BUR scienza, 2006


Alan Kendall, The Chronicle of Classical Music, Londra, Thames&Hudson Ltd., 1994


Denis Gaita , Il pensiero del cuore. Musica, simbolo, inconscio, Bompiani, Milano 1991


P.Marazzini - L.Mazzoni, L'indagine del mondo fisico - Onde e luce, Carlo Signorelli Editore, 2001


Ulisse Dini, a.c. di T. Nistri , Serie de Fourier e altre rappresentazioni analitiche delle funzioni di una variabile reale, Pisa 1880


W. Kandinsky - A. Schönberg, a.c.di J. Hahl-Koch, Musica e pittura, Einaudi, Torino 1988


W. Kandinsky, a.c. di Nilo Pucci , Scritti intorno alla musica, Discanto, Fiesole 1979.


Luigi Verdi, 'Kandinsky e la musica', in 'Suoni e visioni', Civiltà musicale n.26, Milano, 1996


G.Baldi, S.Giusso,M.Razetti,G.Zaccaria, Dal testo alla storia. Dalla storia al Testo - D'Annunzio e

Pascoli(ed.mod 3/1) Manzoni e Leopardi(ed.mod 2) , Paravia, Varese 2002


Giacomo Leopardi, a.c. di W. Binni,  Zibaldone di pensieri, Sansoni, Firenza 1969


https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Musica

https://it.wikiquote.org/wiki


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Alcune immagini sono state tratte dai libri di testo.


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