L'effetto fotoelettrico
Nel 1902 il fisico
Lenard introdusse l'uso di un tubo a vuoto nel quale una radiazione
monocromatica ultravioletta, di lunghezza d'onda l, colpisce una lastra metallica.
I dati sperimentali
mostrano che la velocità di emissione (ovvero l'energia cinetica Kmax) degli elettroni è indipendente dall'intensità della radiazione
incidente, ma dipende soltanto dalla sua frequenza, crescendo col crescere di
quest'ultima; aumentando invece l'intensità della luce incidente aumenta solo
il numero degli elettroni espulsi.


Questo risultato
sperimentale non può essere spiegato con l'elettromagnetismo classico.
Secondo Einstein le
proprietà dell'effetto fotoelettrico si spiegano solo se si ammette che vi sia
sempre e soltanto l'interazione di un singolo fotone con un singolo elettrone.