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LA RELATIVITÀ GENERALE
La relatività
ristretta pose subito le basi per il secondo conflitto. Secondo quanto visto,
nessun oggetto, né perturbazione o effetto, può viaggiare più veloce della
luce. Ciò contrasta tuttavia con la teoria della Gravitazione Universale di
Newton. Come sappiamo la gravità ci tiene ancorati sulla terra, tiene
Dove F = modulo della forza gravitazionale, G = costante di gravitazione universale (~6,67 · 10-11 N · m2 / Kg2), m = massa dei corpi, r = distanza
Tuttavia Newton non dice nulla sulla natura di questa forza, su come due oggetti posti anche a milioni di chilometri tra loro (come per esempio Terra e Sole), possano interagire tramite la gravità.
Lo stesso Newton dice:
E' inconcepibile che la bruta Materia inanimata possa, senza
Non solo, nella
teoria di Newton la forza gravitazionale dipende solo da massa e distanza, non
ha niente a che fare con il tempo, che nella relatività ristretta diventa una
dimensione. Secondo Newton, cioè, se il Sole esplodesse improvvisamente,
Nel 1907 Einstein ebbe forse l'idea più felice di tutta la sua straordinaria carriera, il cosiddetto "ascensore di Einstein": su un ascensore in caduta libera dovuta a un campo gravitazionale, senza possibilità di vedere all'esterno, un osservatore supporrebbe di essere in assenza di gravità; per provarlo, egli lascia cadere una moneta ed osserva che la moneta resta alla stessa altezza nella cabina ovvero non cade rispetto ad essa, che per l'osservatore è l'unico punto di riferimento. Questo porterebbe, allora, a dire che un sistema in caduta libera in un campo gravitazionale è indistinguibile (almeno per un certo periodo) da un altro non sottoposto ad alcuna forza.
D'altra parte, quando l'ascensore posto in un campo gravitazionale sta fermo, l'osservatore sente la forza di gravità (e una moneta lasciata libera cade ai suoi piedi); non appena l'ascensore inizia a cadere, la moneta resta a mezz'aria: in questo caso l'osservatore può pensare che sia comparso all'improvviso un campo gravitazionale dalla direzione del soffitto, che bilancia esattamente quello di partenza; di nuovo non può decidere quale delle due situazioni si stia verificando.
Quindi, i sistemi accelerati non dovevano essere così eccezionali.
Da questi presupposti, Einstein cercò di costruire una visione della realtà parallela a quella della legge d'inerzia: mentre per la legge d'inerzia un corpo non sottoposto a forze si muove di moto uniforme (velocità costante in modulo e direzione e quindi lungo una retta), un corpo sottoposto alla sola gravità si muove nello spaziotempo, deformato dal campo gravitazionale, lungo una traiettoria che costituisce il percorso più breve tra due punti (in uno spazio euclideo, quindi non deformato, tale traiettoria coincide proprio con il segmento rettilineo che unisce due punti).
Questo è valido in un moto uniforme. Se tuttavia il moto è accelerato le cose cambiano: con lo stesso strumento misuriamo il raggio e la circonferenza di un cerchio in quiete, vediamo che la relazione è quella di 2π. Se il cerchio, per esempio una giostra, si mettesse a rotare, secondo la relatività ristretta lo strumento di misura si accorcerebbe nella direzione del moto, cioè per misurare la circonferenza, mentre nel misurare il raggio non subirebbe alcuna deformazione, essendo perpendicolare alla direzione di moto. Il rapporto tra le due misure sarebbe perciò aumentato. Questo violerebbe le leggi della geometria euclidea. Einstein spiega il fenomeno dicendo che tali misurazioni valgono solo per superfici piane.
Questo
spinse Einstein a formulare la curvatura dello spaziotempo. La teoria afferma
infatti che lo spaziotempo viene più o meno curvato dalla presenza di
una massa; un'altra massa più piccola si muove allora come effetto di tale
curvatura. Spesso, si raffigura la situazione come una palla che deforma il
piano del biliardo con il suo peso, mentre un'altra pallina viene accelerata da
questa deformazione del piano ed in pratica attratta dalla prima.
Questa è solo una semplificazione alle dimensioni raffigurabili, in quanto ad
essere deformato è lo spaziotempo e non solo le dimensioni spaziali, cosa
impossibile da raffigurare e difficile da concepire.
Su una superficie curva non vale la geometria euclidea, in particolare è possibile tracciare un triangolo i cui angoli sommati non forniscono 180° ed è anche possibile procedere sempre nella stessa direzione, ritornando dopo un certo tempo al punto di partenza.
La curvatura dello spaziotempo permette ad Einstein di spiegare come funziona la gravità, anzi: la gravità è la curvatura dello spaziotempo.
Abbiamo detto che
un corpo incurva lo spazio tempo. A seconda della massa di questo corpo
l'incurvatura sarà più o meno grande. Introducendo un altro corpo relativamente
piccolo rispetto al primo, come
La relatività generale portò anche all'idea dei buchi neri e a quella dell'espansione dell'universo; sappiamo che Einstein rifiutò l'idea di uno spazio in espansione, a cui ovviò con la costante gravitazionale, quella che lui stesso definì il più grosso abbaglio della sua vita. La formulazione della relatività generale (1915) rappresenta sicuramente il momento più alto della fisica; porta tuttavia con sé un ulteriore conflitto con un'altra teoria, anch'essa ben confermata sperimentalmente: la meccanica quantistica.
Una mente polivalente
Sir Isaac Newton (1642 - 1727) fu un alchimista, matematico, fisico, scienziato e filosofo inglese. È considerato da molti una delle più grandi menti di tutti i tempi. Fu inoltre Presidente della Royal Society.
Universalmente noto soprattutto per il suo contributo alla meccanica classica, - famosa per gli scolari di tutto il mondo la 'storiella' di Newton e la mela, - Isaac Newton contribuì in maniera fondamentale a più di una branca del sapere. Pubblicò i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica nel 1687, nei quali descrisse la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, creò i fondamenti per la meccanica classica. Egli inoltre condivise con Gottfried Wilhelm Leibniz la paternità dello sviluppo del calcolo differenziale.
Newton fu il primo a dimostrare che le leggi della natura governano il movimento della Terra e degli altri corpi celesti. Egli contribuì alla Rivoluzione scientifica e al progresso della teoria eliocentrica.
A Newton si deve anche la sistematizzazione matematica delle leggi di Keplero del movimento dei pianeti. Egli generalizzò queste leggi intuendo che le orbite (come quelle delle comete) potevano essere non solo ellittiche ma anche iperboliche e paraboliche.
Newton fu il primo a dimostrare che la luce bianca è composta da tutti gli altri colori. Egli, infine, avanzò l'ipotesi che la luce fosse composta da particelle.
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