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ENERGIA NUCLEARE
Energia nucleare Forma di energia immagazzinata nel nucleo dell'atomo.Essa può essere raccolta e convertita in altra forma per usi commerciali, scientifici e militari. L'inizio dello sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione di energia elettrica risale agli anni Cinquanta del XX secolo. Di decennio in decennio si è andata affermando come una promettente forma di energia alternativa alle fonti convenzionali non rinnovabili, soprattutto in virtù della sua convenienza economica. Poi, in seguito agli storici incidenti di Three Miles Island e di Černobyl, la proliferazione dei reattori nucleari ha subito un rallentamento. Oggi la percentuale di energia elettrica di origine nucleare nel mondo rappresenta circa il 17% del totale; in Italia, non si produce energia nucleare dal 1987, data del referendum popolare che ne ha deciso la messa al bando.
IL FUTURO DEL NUCLEARE:
il suo futuro è incerto: se da una parte sembra costituire tuttora un'alternativa economicamente vantaggiosa alle fonti non rinnovabili (petrolio, gas naturale, carbone), dall'altra presenta problemi logistici oggettivi, relativi soprattutto al problema delle scorie. Per questo motivo, sarebbe auspicabile il progresso delle ricerche nel campo della fusione nucleare, che invece costituirebbe una forma di energia rinnovabile e sicura: si produrrebbe a partire da idrogeno - pressoché inesauribile - e non produrrebbe alcun tipo di scorie.
VANTAGGI:
La quantità di energia che si può ricavare da un nucleo atomico, infatti, è di gran lunga maggiore di quella che si ottiene da qualunque reazione chimica (e quindi anche dalla combustione), cioè dalle trasformazioni che coinvolgono solo la parte più esterna dell'atomo. Nella combustione del petrolio, ad esempio, 1 kg di combustibile produce una quantità di calore che corrisponde a circa 1,6 kilowattora; in una tipica reazione nucleare di fissione, invece, la stessa quantità di uranio 235 sviluppa calore equivalente a 18,7 milioni di kilowattora. Tenuto conto anche delle fasi di estrazione e di processamento, inoltre, il costo di produzione dell'energia nucleare è in assoluto il più basso di tutte le fonti di energia, rinnovabili e non rinnovabili.
Rispetto ai combustibili fossili, la produzione di energia nucleare non comporta l'emissione di gas nocivi quali anidride carbonica, ossidi di zolfo e di azoto, principali responsabili di fenomeni ambientali quali le piogge acide e l'effetto serra.
SVANTAGGI:
Gli svantaggi dello sfruttamento dell'energia nucleare derivano dall'elevato livello di radioattività che accompagna tutte le fasi del processo produttivo, dalla reazione di fissione vera e propria fino allo smaltimento dei rifiuti.
IL PROBLEMA DELLE SCORIE RADIOATTIVE:
Una delle questioni più delicate riguardanti la produzione di energia nucleare è quella dell'immagazzinamento a lungo termine delle scorie. Per scorie radioattive si intende tutto il complesso dei materiali entrati in qualche misura nel processo di produzione dell'energia nucleare, già radioattivi in origine o contaminati successivamente: dalle barre di combustibile usato, che contengono i frammenti di fissione, altamente radioattivi, alle strutture di contenimento, ai fluidi del circuito di raffreddamento. Questi materiali rimangono radioattivi per tempi lunghissimi, dell'ordine di milioni di anni, il che impone che vengano stipati in siti geologicamente stabili, e protetti da strutture capaci di schermare tutti i tipi di radiazione. La quantità di scorie prodotte non è eccessiva, soprattutto se paragonata a quella generata in proporzione dagli impianti di sfruttamento dei combustibili tradizionali: si stima che un tipico reattore a fissione da 1000 MW produca ogni giorno circa 3,2 kg di scorie e, in trent'anni, circa 30 tonnellate; a parità di energia erogata, si calcola che i rifiuti generati da un impianto di combustione del carbone ammonterebbero invece a circa 8 milioni di tonnellate, vale a dire a una quantità in peso 200.000 volte superiore.
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