RADIO
Il radio è l'elemento di numero atomico
88, il cui isotopo radioattivo più comune ha numero di massa 226. Il radio si
estrae dalla pechblenda di Boemia, dalla carnotite del Colorado o dall'autunite
del Portogallo, nelle quali è presente solo in minima quantità; parecchie
tonnellate di questi minerali consentono di estrarre solo qualche decigrammo di
radio. In particolare nel trattamento della carnotite si ottiene un miscuglio
di cloruri di radio e di bario che vengono separati per cristallizzazione
frazionata. Il radio metallico fu isolato nel 1910 da Marie Curie e A. Debierne
per elettrolisi del cloruro (RaCl2·2H2O) il suo sale più
comune.
Il radio presenta un interesse notevole
dovuto all'elevata radioattività di cui è dotato; è un elemento radioattivo
naturale e si disintegra trasformandosi nel gas nobile radon e in elio.
Le trasformazioni del radio sono
accompagnate dallo sviluppo di una grande quantità di energia; per un grammo di
radio l'energia prodotta equivale al calore sviluppato dalla combustione di 340
kg di carbone. Le radiazioni a b
e d
emesse sono complesse e sono caratterizzate dalla proprietà di ionizzare i gas,
di impressionare le lastre fotografiche, di provocare la fluorescenza, ecc.
L'elevato potere battericida e l'azione distruttrice che esercitano sui tessuti
viventi vengono sfruttati in terapia. Il radio fu per lungo tempo il più
importante elemento radioattivo; per questa ragione il numero di atomi,
contenuti in un grammo di radio, che si disintegrano (numero di
disintegrazioni) in un secondo, pari a 3,7 · 10¹s, è stato assunto come unità
di radioattività e chiamato curie.