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NUOVE FRONTIERE DELLA RICERCA SCIENTIFICA: IL RISCHIO DI UNA DISTRUZIONE GLOBALE
11.1 UN'INQUIETANTE SCOPERTA Alla fine dell'Agosto del '49 un aereo dell'aviazione americana fece un'inquietante scoperta: rilevò tracce di radiazioni radioattive sui cieli della Russia asiatica. Quella radioattività doveva necessariamente provenire dall'esplosione di una bomba. La sottovalutazione delle risorse russe si rivelò dunque peggiore della sopravalutazione a fatta a suo tempo con la Germania. Se effettivamente i russi dal '41 avevano sospeso la ricerca, dal '43 questa era ripresa proprio con l'intento di costruire armi nucleari. Inizialmente restio al comunicare alla popolazione l'avvenuta scoperta, il 23 Settembre del '49 Truman lesse un cauto messaggio alla popolazione in cui affermava che in Unione Sovietica aveva avuto luogo l'esplosione di una bomba atomica, aprendo così la strada ad una paurosa guerra nucleare. Nemmeno questa notizia suscitò però grande scalpore tra le masse, ormai consapevoli che la corsa al riarmo non poteva che essere inevitabile. Enorme fu invece lo sgomento tra gli scienziati.
11.2 VERSO LA BOMBA H TRA CRSI DI COSCIENZA E TENTAZIONE TECNICA Iniziò così a circolare tra gli scienziati una nuova parola, Super, termine con cui si identificava una bomba che poteva essere mille volte più potente di quella sganciata su Hiroshima: questa era un open ended weapon, ovvero un'arma senza limiti: tale ordigno non si basava più sul principio di fissione nucleare, bensì su quello di fusione; il materiale utilizzato come esplosivo sarebbe stato l'idrogeno. Propugnatore di tale arma era Teller. Una bomba atomica normale sarebbe stata utilizzata come innesco, l'unica cosa in grado di sviluppare le temperature necessarie ad avviare le reazioni di fusione. Teller, che non aveva mai sopportato la scelta di Oppenheimer come direttore del progetto atomico, aveva lavorato autonomamente alla Super già a partire dal '42. Con l'annuncio dello scoppio della bomba sovietica, la causa di Teller, che fino ad allora aveva riscosso scarso successo, ricevette un notevole incremento. La costruzione di una super bomba appariva l'unico modo per mantenere il vantaggio nella corsa al riarmo.
Prima di iniziare la costruzione di una bomba all'idrogeno gli scienziati vollero sapere qualcosa in più sulla reale situazione politica internazionale per evitare nuovamente scelte sbagliate; inoltre si voleva procedere con meno segreto rispetto alla costruzione della bomba precedente. Il mattino del 29 Ottobre '49 si riunì così un consiglio, denominato General Advisory Commission, per deliberare in merito alla Super. Tutti e 9 gli scienziati facenti parte della commissione (tra cui anche l'italiano Fermi) espressero parere negativo in merito alla costruzione dell'arma.
Fermi Il fatto che la potenza di distruzione di quest'arma sia potenzialmente senza limiti, fa sì che la sua semplice esistenza ed il saperla costruire sia un pericolo per l'umanità. Essa è necessariamente qualcosa di cattivo, comunque la si consideri. Per questa ragione noi riteniamo importante dire al presidente degli USA, all'opinione pubblica americana e al Mondo, che per principi etici fondamentali consideriamo un errore dare noi il via alla costruzione di tale arma.
Questa vittoria della ragione e del buon senso durò esattamente 3 mesi. Quando infatti si scoprì che Fuchs aveva comunicato ai russi tutti i segreti atomici a lui accessibili, il presidente americano dichiarò alla popolazione di aver dato ordine di proseguire il lavoro attorno a tutti i tipi di armi atomiche, compresa la super bomba. Finalmente l'opinione pubblica si ridestò, e si suscitò in essa lo stesso terrore e lo stesso sdegno che aveva provocato lo scoppio della prima bomba atomica.
Einstein: La cosa paurosa di questo processo è la sua apparente obbligatorietà. Ogni passo appare come l'inevitabile conseguenza del precedente. E sempre più chiaramente si profila all'orizzonte l'annientamento universale.
Bethe Io credo che in una guerra combattuta con le bombe all'idrogeno noi perderemo molto più che la nostra vita: perderemo nello stesso istante tutta la nostra libertà e tutti i nostri valori
Bethe: Dopo una guerra del genere [con le bombe all'idrogeno], anche se noi la dovessimo vincere, il mondo non sarebbe più come il mondo che vogliamo ottenere. Perderemmo proprio le cose per cui abbiamo lottato.
Lonsdale: Sempre ci si deve addossare il rischio che un giorno si faccia cattivo uso del lavoro, in sé buono, di un uomo. Ma se già si sa che il fine di quel lavoro sarà delittuoso e cattivo, non si può eludere la responsabilità personale.
Bethe, tra gli oppositori più accaniti di questa nuova letale arma, verificando e sperando al contempo l'impossibilità di una sua costruzione, risultò però con l'avere una parte decisiva nella produzione della bomba. Per la costruzione di questa, assai più complessa di una normale atomica, i calcoli furono affidati ai nuovi calcolatori elettronici che allora venivano alla luce, dapprima l'ENIAC e successivamente il MANIAC, nonostante gli iniziali problemi relativi alla traduzione del linguaggio umano nel linguaggio delle macchine. Tanti scienziati che collaborarono al progetto lo fecero solo per dimostrare che la bomba era irrealizzabile. Tale speranza si rivelò vana e la bomba poté essere costruita in meno di un anno.
11.3 L'ESPERIMENTO A BIKINI Nell'ottobre del '52 la costruzione della bomba era ormai giunta al termine. Teller, che non presenziò all'esperimento nell'atollo di Bikini per ovvi motivi di sicurezza, seguì l'esperimento dal suo studio nell'università californiana di Berkeley (a 5000 miglia di distanza) grazie ad un sismografo. L'esperimento, che si rivelò positivo, aveva aperto sul fondale del pacifico un cratere di un miglio di larghezza e 175 piedi di profondità. Il successo non fu però completo: l'impianto refrigerante necessario a mantenere il trizio alla bassa temperatura necessaria all'esplosione non era trasportabile con un aereo. Si pensò così a una bomba asciutta che funzionasse con un isotopo di Litio [Li] che non avesse dunque bisogno di alcun tipo di raffreddamento
11.4 IL SORPASSO URSS-USA NELLA CORSA AGLI ARMAMENTI Mentre negli USA l'attenzione era dunque rivolta alla risoluzione degli ultimi problemi tecnici, si apprese una drammatica notizia proveniente dall'URSS: i sovietici erano in possesso della bomba ad idrogeno.
Malenkov [successore di Stalin, 8 Agosto '53]: Gli USA non hanno più il monopolio della bomba all'idrogeno.
Gli USA non avevano però ancora bombe all'idrogeno, e non potevano rispondere se non con bombe atomiche normali.
11.5 VERSO UNA DISTRUZIONE GLOBALE? LA BOMBA FFF Fu presa così in considerazione l'idea di costruire missili teleguidati che in mezz'ora avrebbero potuto raggiungere la Russia attraverso l'Atlantico; purtroppo però i dispositivi di puntamento - migliorati da un errore dell'1% allo 0,2% - erano ancora inadeguati (su distanze così vaste c'era un errore di ben 10 miglia). Si progettò così una bomba a 3 stadi: oltre ai 2 che avrebbero dovuto dar luogo a un'esplosione termonucleare si doveva aggiungere un involucro che, anziché di materiale classico, doveva essere di U238. Una simile arma avrebbe sparso materiale radioattivo per trecento miglia quadrate: combinata ai missili intercontinentali ovviava all'errore dello 0,2% annientando in ogni caso l'obiettivo desiderato.
Il primo esperimento con la bomba a 3 stadi si svolse nel Marzo del '54: l'esplosione sviluppò un'energia paragonabile a 18-22 milioni di tonnellate di dinamite (quella a Idrogeno era paragonabile solo a 3 milioni). La cosa più preoccupante era che residui radioattivi del nuovo ordigno vennero ritrovati dall'Australia, al Giappone, all'Europa. In molti furono d'accordo che ormai il rischio era troppo elevato, e fortunatamente tale bomba non fu più impiegata.
11.6 LA CADUTA DI OPPENHEIMER In quest'ultima fase Oppenheimer perse via via d'influenza; nel '54 venne sottoposto ad un'inchiesta al termine della quale gli fu vietato l'accesso ai segreti atomici, in virtù di una sua non presunta fedeltà alla patria. La comunità scientifica insorse per questa decisione riuscendo a confermarlo nel ruolo di direttore e professore dell'Institute for Advanced Studies di Princeton.
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