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Appunti scientifiche |
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Il grado di polarità del legame è correlato ad una proprietà degli atomi, detta elettronegatività; più esattamente, esso è in relazione con la differenza di elettronegatività dei due atomi impegnati nel legame. L'elettronegatività può essere definita concettualmente come 'la tendenza di un atomo ad attrarre verso di sé gli elettroni di legame'.
Secondo Mulliken, l'elettronegatività può essere espressa come la semisomma (la media) del Potenziale di ionizzazione e dell'Affinità elettronica. Purtroppo la formula di Mulliken consente di calcolare l'elettronegatività solo per quegli elementi di cui sia nota l'affinità elettronica e che, come abbiamo osservato, sono piuttosto pochi, a causa della difficoltà della misura sperimentale di questa grandezza.
Linus Pauling propose per il calcolo dell'elettronegatività un metodo di più ampia applicabilità, basato sul confronto delle energie di legame in molecole biatomiche. Nella Tabella 4.1 sono riportati i valori di elettronegatività di alcuni elementi, calcolati secondo questo procedimento.
Elettronegatività di alcuni elementi, secondo Pauling |
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H |
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Li |
Be |
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B |
C |
N |
O |
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Na |
Mg |
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Al |
Si |
P |
S |
Cl |
K |
Ca |
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As |
Se |
Br |
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Te |
I |
L'elettronegatività è una proprietà periodica degli elementi, proporzionale all'A.E. e al P.I. Come si può osservare dalla tabella 4.1, essa tende a diminuire all'interno di un gruppo procedendo dall'alto in basso e lungo un periodo procedendo da destra a sinistra. |
L'elettronegatività
è un concetto estremamente importante in chimica, in quanto permette di fare
diverse considerazioni sulla struttura, le proprietà e la reattività delle
molecole.
Dalla differenza di elettronegatività, ΔEN, dei due atomi impegnati in un
legame, è possibile risalire alla % di carattere ionico del legame.
Nella tabella che segue, è riportata la relazione fra questi due parametri.
Questa
tabella deve essere usata con molta accortezza. Innanzitutto, occorre ricordare
che è stata ricavata da un'equazione empirica, suggerita dallo stesso Pauling
(*) e che è stata concepita per esprimere il carattere ionico del legame
covalente. È unicamente in questa ottica che essa trova corretta
applicazione. Soprattutto, non la si deve utilizzare nel caso di composti
ionici, né, tantomeno, per stabilire se un composto sia di natura ionica o
covalente.
Su alcuni testi di chimica si indica la ΔEN = 2 come valore di
discriminazione fra composti ionici (ΔEN > 2) e covalenti (ΔEN
< 2). Usando questo criterio, si arriverebbe a concludere che composti
decisamente ionici, quali NaH, MgCl2, ZnCl2 e numerosi
altri, siano covalenti, e che certi composti covalenti quali BeF2 o
BF3 siano ionici.
(*) I valori forniti da questa equazione sono in buon accordo con quelli che si ottengono dal confronto delle energie di legame e con quelli ricavabili dalla misura del momento dipolare in molecole biatomiche (misura che rappresenta un ulteriore metodo sperimentale per il calcolo della % di ionicità del legame covalente).
Appunti su: calcolo elettronegativitC3A0 mulliken, |
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