L'odissea del satellite Artemis
Figura 1-1 :
satellite Artemis
Una delle missioni il cui successo è legato alla presenza a bordo dello S/C di propulsione elettrica è la missione del satellite Artemis, satellite per telecomunicazioni
dell'ESA: esso fu immesso su un orbita sbagliata al momento del lancio più bassa di quella desiderata) a causa di
un malfunzionamento del lanciatore Ariane 5, per cui fu necessario il suo recupero dopo 8 mesi. Il trasferimento orbitale fu eseguito in gran parte dai piccoli propulsori
di assetto ad effetto Hall. La mancata propulsione
dell ultimo stadio dell Ariane 5 aveva immesso Artemis in un'orbita molto ellittica il cui apogeo era a soli
17487km, invece degli attesi 36000km. L obiettivo degli scienziati è stato quello di sollevare Artemis fino all'orbita
desiderata. Nei primi mesi, con una serie di spinte del motore a propulsione
chimica, Artemis è stato messo in salvo su un orbita di
parcheggio, al
di sopra delle fasce di radiazione che rischiavano di rovinare la strumentazione
di bordo; a questo punto sono entrati in funzione i motori a propulsione
elettrica di cui
Artemis,
oltre al motore
a propulsione chimica, era dotato,
e che dovevano servire a manovrare il
satellite
una volta che fosse stato operativo, in orbita geostazionaria. A partire dal febbraio 2002, questi stessi motori sono serviti invece ad innalzare la quota dell'orbita a 36000km richiesti, al ritmo di soli 15km al
giorno. Una volta raggiunta la quota desiderata, i motori a propulsione chimica sono entrati di nuovo in funzione
e hanno immesso definitivamente il
satellite in orbita
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